I gol precoci che fanno assomigliare il calcio vero alla playstation

Che cosa si può fare in sei secondi o giù di lì? Nello sport non poche cose. Il record del mondo dei 60 metri indoor. Un tuffo dalla piattaforma da 10 metri, compresa la risalita in superficie. La partenza dal blocchetto del nuoto e una subacquea a dorso di una decina di metri. Google suggerisce che sei secondi sono la durata perfetta di una pausa di riflessione prima di una scelta importante. Christoph Baumgartner e Florian Wirtz in sei secondi hanno fatto gol. È successo nella stessa sera, nel giro di un tre ore, dopo 152 anni in cui non c’era riuscito nessuno. Wirtz in realtà ne ha impiegati sette, ma questo non è un posto per notai. 

The Athletic ha dedicato una riflessione a questi due gol arrivati durante la finestra riservata alle Nazionali, un intervento sulla maniera assai simile in cui sono stati costruiti, certamente uno schema. Sia Baumgartner sia Wirtz hanno tagliato il campo in verticale, hanno saltato in slalom un paio di avversari e hanno calciato da una ventina di metri sul lato destro del portiere, uno nell’angolo basso e l’altro sotto la traversa.
Accanto a Baumgartner si è sistemato Gregoritsch, una specie di schermo dai difensori avversari. Altri tre corridori avevano il compito di confondere i difensori o più probabilmente di essere un’opzione per un passaggio, nel caso Baumgartner si fosse trovato nei guai. Ha funzionato il piano-A. Davide Gualtieri di San Marino ne aveva impiegati 8 per battere David Seaman e la difesa dell’Inghilterra, un gol storico in una partita di qualificazione ai Mondiali del 94. Undici anni fa Lukas Podolski era arrivato a 7 per segnare con la maglia della Germania in un’amichevole contro l’Ecuador. Ancora nazionali e non club. Ancora la Germania. 

Stavolta è stato Kroos a innescare il gol precoce di Wirtz. Ha finto di rivolgersi verso il suo portiere per passare la palla all’indietro, invece ha fatto una giravolta e ha lanciato in profondità, dove stavano correndo Kai Haverz e Florian Wirtz. 

Il movimento del primo senza palla ha attirato l’attenzione di Benjamin Pavard e Jules Kounde. Wirtz allora si è infilato nello spazio lasciato libero. Quando Pavard e Kounde si sono accorti del pericolo, era già tardi. 

Kroos ha detto che era tutto programmato e che «gli allenatori hanno avuto abbastanza tempo, quattro mesi dall’ultima partita, per pensare a qualcosa». Il città Julian Nagelsmann ha aggiunto: «Il calcio d’inizio è stato pianificato in questo modo da Mads Buttgereit».

 

 

All’analisi di The Athletic si aggiunge in Italia quella dello scrittore Nicola Muscas sul quotidiano Domani. Muscas si è domandato se per caso il calcio imita i videogame più di quanto i videogame non imitino il calcio.  Muscas ricorda che qualche anno fa si segnava più o meno a questo modo giocando a FIFA, il videogame. Partenza da centrocampo, corsa  verso la porta, difesa immobile, gol. Si scoprì che si trattava di un glitch, una anomalia nel software. 

Il bug impediva di fatto all’avversario di difendersi da questa combinazione.

È successo spesso in questi anni che calcio reale e calcio virtuale si siano inseguiti rendendo concreta la finzione o finta la verità. EA Sports è stata almeno due volte conforme allo spirito del tempo in modo clamoroso. In una delle funzioni speciali del gioco, un gol vale doppio se arriva al termine di una rete di almeno 10 passaggi. Un premio al  tiki taka. Qualche mese fa l’annuncio che le difese a tre e le difese a cinque erano state messe al bando. Una scomunica

Muscas si domanda allora: Quanto l’estetica da videogame è stata ed è capace di influenzare il calcio? Probabilmente più di quanto immaginiamo perché ci troviamo di fronte a una generazione di professionisti, e di spettatori, appassionata a un mondo parallelo, a un gioco in buona parte virtuale. Un gol bellissimo non viene forse definito da tempo un gol da playstation? Un sinonimo di ingiocabilità, dice Muscas, che allora si chiede: Avremo mai più un calcio di rigore più lungo del mondo o dovremo accontentarci del gol più veloce della storia?  Da un lato la playstation e dall’altro la letteratura, da un lato Messi e dall’altro Maradona.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.