Lo sport americano circondato dalle scommesse. L’anti-proibizionismo ha perso

   Quando le cose succedono, succedono tutte insieme. È un vecchio proverbio del Maryland, forse dell’Ohio, o forse si diceva a casa di zia a Solofra. Prendete l’America. Per più di un secolo lo sport ha tenuto il gioco d’azzardo il più lontano possibile, per evitare scandali e corruzione, per conservarsi puri. La città di Las Vegas ha pagato più di tutte le altre messe assieme. Ha fatto da capro con la sua Strip, i suoi casinò, i dadi sul tavolo verde, le slot machine. Non c’è stata una sola lega professionistica disposta a socchiuderle la porta. Se porta il nome di Sin City ci sarà un motivo, hanno pensato, e con quel motivo non volevano averci niente a che fare. 

Poi è successo che l’America una scommessa l’ha fatta, e bella grossa. Ha puntato sulla convivenza tra azzardo e virtù. E adesso è un casino, un grosso casino. Senza l’accento sulla o. Meno di sei anni fa una sentenza della Corte Suprema ha aperto la strada alla diffusione delle scommesse sportive legali. È finita che ora quasi tutti i campionati affrontano un assalto di scandali legati alle puntate ha scritto il Wall Street Journal in un lungo servizio all’argomento. Quando le cose succedono, succedono tutte insieme.

 

Il cuore del problema è il solito. Quello che in Italia conosciamo bene. La situazione diventa irrimediabilmente compromessa quando si mettono a scommettere gli atleti

Nelle ultime due settimane i giocatori dei principali campionati professionistici e universitari sono stati coinvolti in questo nuovo pericolosissimo panorama. La NBA ha messo sotto inchiesta Jontay Porter dei Toronto Raptors per presunte scommesse sospette. La NFL ha sospeso 10 giocatori per aver scommesso l’anno scorso. La squadra di basket maschile della Temple University è stata segnalata dalla US Integrity per un flusso di scommesse sospette sulle sue partite. La situazione è diventata così preoccupante che il presidente della National Collegiate Athletic Association, Charlie Baker, ha chiesto l’introduzione del divieto di scommesse a livello nazionale per i singoli atleti universitari.

 

 

    In cima al mucchio della vergogna è finito il nome di Shohei Ohtani, il ragazzo da 700 milioni di dollari, il tuttocampista che doveva cambiare lo spirito del gioco e che adesso deve difendersi dai sospetti e dalla vergogna. Ohtani ha negato di aver mai puntato sullo sport e ha accusato il suo interprete di avergli portato via oltre tre milioni dalla carta di credito per saldare i suoi debiti di gioco. I Dodgers hanno licenziato l’interprete e nessuno ha ancora potuto raccogliere la sua versione. È sparito. Joe Maddon, ex allenatore di Ohtani a Los Angeles fra 2020 e 2022, ha detto a The Athletic che i due erano inseparabili

In questi ultimi sei anni, le principali leghe professionistiche hanno abbracciato il panorama del gioco d’azzardo legale stringendo accordi con società di scommesse, ma ora – dice il Wall Street Journal – si rendono conto di quanto hanno da perdere con l’avvento della nuova era

C’è un’antica storia di scandali americani che ha messo insieme sport e scommesse. I Black Sox del 1919 videro coinvolti otto giocatori, tutti accusati di essersi venduti la qualficazione alle World Series. Per soldi. La superstar del baseball Pete Rose prese una squalifica a vita per aver scommesso sul suo sport. Non gli hanno mai fatto mettere piede nella Hall of Fame. L’arbitro NBA Tim Donaghy è andato in prigione per aver scommesso su alcune partite da lui stesso arbitrate. Non erano solo di Las Vegas, i peccatori. A partire dalla sentenza della Corte Suprema del 2018, gli sport non hanno visto l’ora di incassare. Tutto quel che si faceva di nascosto è venuto alla luce del sole. Adesso se ne parla direttamente nei programmi tv in diretta. 

Gli annunci pubblicitari delle app di scommesse – ha spiegato il WSJ – appaiono durante ogni interruzione pubblicitaria e sono affissi negli stadi e nelle arene. Anche le leghe sportive hanno programmi centrati sul gioco d’azzardo sulle loro reti ufficiali

 

Le leghe desiderano tutte la stessa cosa. Vogliono consumatori davanti alla tv, iperconnnessi, disposti a scommettere in continuazione, finché gli resteranno dei soldi da puntare. Ma nella fretta di incassare dal gioco d’azzardo, spiega il quotidiano economico, hanno creato una dissonanza tra l’incoraggiamento a piazzare una scommessa e la rassicurazione che i risultati siano puliti

La faccenda è diventata evidente l’altra settimana durante una trasmissione su ESPN. La rete ha rapporti d’affari con tutte le leghe sportive americana e contemporaneamente concede in licenza il suo nome a un sito di scommesse sportive, ESPN Bet. In un segmento di programma con consigli per le scommesse sul basket universitario, il conduttore Rece Davis ha descritto una delle opportunità come un investimento privo di rischi, un linguaggio vietato nella pubblicità in diversi stati. Davis se l’è cavata parlando di uno scherzo, era una parodia, ma l’incidente – secondo il WSJ – ha evidenziato come sport e gioco d’azzardo siano diventati intrecciati”

 

Di più. Lo sport e le scommesse sportive non verranno mai più separati, prevede il presidente dell’integrità negli Stati Uniti, Matt Holt. L’anno scorso, l’Università dell’Alabama ha licenziato il suo allenatore di baseball, Brad Bohannon, dopo averlo sorpreso a fornire informazioni riservate sulla squadra a uno scommettitore. Bohannon non mai ha parlato pubblicamente dell’incidente e ha accettato sanzioni dalla NCAA che di fatto lo rendono persona non gradita nelle universitario. Nello stesso periodo della sua messa al bando, l’Università dell’Iowa e l’Iowa State University hanno annunciato di aver ricevuto informazioni su dozzine di atleti sospettati di scommettere su qualche sport, alcuni avevano scommesso direttamente sulla propria squadra. La maggior parte di loro è stata sanzionata dalla NCAA, alcuni dovranno rispondere di un’accusa sul piano penale

Da quando il divieto del gioco d’azzardo sportivo è stato revocato, le leghe hanno portato il vecchio demonio sotto il tendone. LeBron James è diventato ambasciatore del marchio perDraftKings. La NBA ha annunciato una nuova funzionalità per unire l’esperienza della scommessa con l’azione dal vivo: i fan che guardano le partite su League Pass, la piattaforma di streaming, possono scegliere di visualizzare le quote delle scommessa sull’interfaccia dell’app e fare clic per piazzare le scommesse. 

 

    Questa nuova relazione così stretta tra il pubblico americano e le scommesse ha avuto la sua proiezione solenne nel primo Super Bowl organizzato dalla NFL a Las Vegas. «Appena hanno legalizzato le scommesse sportive, non siamo stati più trattati da appestati» ha detto il sindaco di Las Vegas Carolyn Goodman. Ci sono anche i primi giocatori a disagio. Tyrese Haliburton ha detto che si sta rivolgendo a uno psicologo dello sport in parte per eliminare tutta quella negatività legata al gioco d’azzardo che si affaccia nei feed dei suoi social media. 

«Per mezzo mondo, io sono uno che li aiuta a fare soldi con DraftKings» ha detto Haliburton martedì sera, nominando uno dei partner della lega. L’altra faccia della storia è che quando i soldi non arrivano, sei il bersaglio perfetto degli insulti e delle minacce

L’allenatore dei Cleveland Cavaliers, JB Bickerstaff, ha detto che il gioco d’azzardo è «andato troppo oltre». La NBA sta indagando su attività sospette di Porter, da quando gli utenti della app hanno piazzato scommesse considerevoli su numero di punti, rimbalzi, assist. Quando i suoi numeri sono scesi al di sotto di certi valori, si è acceso un semaforo rosso per segnalare delle possibili irregolarità. I Raptors lo hanno tenuto lontano dalla squadra parlando di motivi personali. La NCAA sta chiedendo alle legislature statali regolamenti nuovi, per vietare cioè alcune le scommesse specifiche non direttamente legate al punteggio della partita, l’esatto tipo di scommesse che ha trascinato Porter nell’inchiesta della NBA.

Ohio, Maryland e Vermont hanno aderito. La NCAA conta di raggiungere i funzionari di tutto il paese entro questa settimana e chiedere loro l’aggiunta di un simile tipo di restrizioni. Tutti i campionati professionistici statunitensi vietano agli atleti di scommettere sui propri sport, ma c’è poco che impedisca loro di scommettere in assoluto, su altri campionati. 

Dice il Wall Street Journal: Il problema ora, con le scommesse sportive legali disponibili dal telefono, è che molti atleti non sanno nemmeno cosa è consentito e cosa no. Quando la NFL ha sospeso una manciata di giocatori la scorsa primavera, alcuni di quelli penalizzati non avevano scommesso sul football ma avevano infranto la regola che vieta l’uso di app di gioco d’azzardo all’interno delle strutture della squadra.  In altre parole, si erano semplicemente comportati come tifosi abituali, seguendo la stessa tendenza di milioni di altri americani che vengono da loro incoraggiati e autorizzati a scommettere sullo sport.

 

fonti |  Wall Street Journal | New York Times | The Athletic

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