Addio a Janine Anquetil, la Dama Bianca di Jacques

Janine Anquetil se n’è andata senza farlo sapere. È morta domenica in Corsica all’età di 96 anni, ma la notizia è rimasta protetta ancora per un paio di giorni, come tempo supplementare e silenzioso di una vita esposta e rumorosa, fatta di corse, vittorie, dolori, molte feste al castello di La Neuville-Chant-d’Oisel con una coppa di champagne in mano, lei che era vedova di Jacques Anquetil dal 1987 [morto a 53 anni] dopo esser stata spettatrice taciturna delle sue libertà.

«Una santa donna» aveva confidato Lucien Aimar l’estate scorsa a L’Équipe. Janine faceva a Jacques da computer, da metronomo, da educatrice, da avvocata. «È stata l’insegnante della sua vita». 

Jean-Christian Biville, amico della coppia, ex corridore professionista alla Mercier, ex fotografo de L’Équipe, la ricordò tempo fa come la straordinaria capofila di una banda di amici, una bionda platino di una bellezza straordinaria con la fascia nera che stringeva il suo casco d’oro ha scritto il quotidiano francese. 

Anquetil la rubò nel 1957 al suo medico personale di Rouen, ma proprio in senso letterale. La portò via da quella casa in una maniera che Janine raccontò così una volta a Vélo Mag: «Mi sono ritrovata in vestaglia e biancheria intima per strada. Abbiamo preso il treno per Villefranche. È stato pazzesco. Ma una follia di cui non mi sono mai pentita. È strano, a volte ho pensato: ma perché è entrato nella mia vita? Ringrazio il caso per averlo messo sulla mia strada». 

Anquetil aveva un rito, alla fine di ogni corsa. Tirava fuori il pettine da qualche tasca, e con quel suo fare assai avistocvatico si sistemava i capelli, poi chiamava Janine e la baciava. Lei era la figlia di un dirigente della squadra di calcio del Rouen, la città di Flaubert, il centro degli amori di Emma Bovary. Janine sarebbe diventata il punto di equilibrio del corridore cinque volte campione al Tour fra 57 e 64, due volte al Giro [60 e 64], una volta alla Vuelta [63], ma pure primo alla Liegi nel 66, l’anno del secondo posto al Mondiale su strada dietro Rudi Altig al Nürburgring. Secondo, ma pur sempre davanti al povero Raymond Poulidor terzo, l’anti-Anquetil, un corridore più amato fra gli strati popolari.

Nel documentario Janine Anquetil, la signora bionda di Gérard Courant, la donna stessa ammetteva che i loro primi incontri erano stati gelidi. «Non mi piaceva perché mi complicava la vita, arrivava a casa in momenti impensabili per farsi curare. Dovevamo sempre stare sull’attenti per il signor Anquetil. Lo odiavo. Penso che quasi sempre così comincia l’amore». Ha scritto Yohann Hautbois su L’Équipe

Quella che seguì fu una unione accidentata, in un’epoca nella quale le mogli erano confinate nell’ombra, stavano a casa. Nanou aveva assunto i molteplici ruoli di confidente, manager e crocerossina, lo proteggeva dal vento dietro la sua utilitaria durante le uscite in bicicletta di lui, gli chiudeva la valigia, lo accompagnava in macchina ai criterium, prenotava al ristoranti e negli alberghi più esclusivi, rispondeva alla sua posta, gli gridava con un megafono i tempi durante il tentativo di record mondiale dell’ora nel 1967 al velodromo milanese Vigorelli, un tempo non omologato perché Anquetil si rifiutò di sottoporsi al controllo antidoping.

«Sono stata molto fortunata – ha detto Janine nel documentario – ho sempre seguito Jacques perché mi imponeva ovunque». Lei rifiutava di essere considerata un peso. Si sposarono un anno e mezzo dopo il famoso rapimento, dicembre 1958. I direttori sportivi non avevano esitato nell’accontentare Jacques che la voleva accanto, avevano capito che era meglio lei fosse presente, soprattutto nei momenti in cui Anquetil era preso da dubbi e scoramento. Non è tutto.

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Una famiglia scandalosa

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La vita familiare degli Anquetil è stata considerata iconoclasta, scrive L’Équipe, e la scelta dell’aggettivo da usare deve essere stata ben pesata. L’uomo che viene descritto come «galante, delicato, riservato» si era dimostrato un patrigno premuroso con Annie e Alain, i figli avuti da Janine durante il suo primo matrimonio con il dottore. Il desiderio di Jacques di diventare padre lo portò a sua volta a una vita familiare che oggi susciterebbe probabilmente un vero scandalo. Poiché Janine non riusciva a rimanere incinta, era stato deciso a porte chiuse in famiglia che sarebbe stata Annie, appena diciottenne, a dato alla luce il figlio del campione normanno. È stata Sophie nel 1971 a raccontare come funzionava questo menage a trois nel 2004, nel libro Per amore di Jacques, parlando di «una storia di felicità» e di «una donna che per amore del suo uomo le offre sua figlia. La quale, per amore, dà loro un figlio». [qui su Tuttobici]

La sfera familiare, dice L’Équipe, finì per esplodere quando nel castello degli Elfes, in Normandia, Anquetil allargò la cerchia dell’intimità avviando una relazione con Dominique, la moglie di Alain, l’altro figlio di Janine. Così nacque Christophe

Gianni Mura su Repubblica una volta ha raccontato: Tutto questo senza mai lasciare Janine, la donna della sua vita. Basta e avanza per un film che nessuno girerà mai. Poco amato da vivo, Anquetil lo è di più da morto. La tomba trabocca di fiori freschi. La Francia passionale gli ha sempre rimproverato una certa freddezza, una ritrosia alla grande impresa (cronometro a parte) fino al punto di schierarsi con Poulidor, l’eterno secondo (quando andava bene), il contadinone dell’ Alvernia che faceva il bagno in acqua e aceto, non il principe biondo che pareva un pezzo di ghiaccio. Tranne che nel ’65, quando accettò una sfida pazzesca proposta da Geminiani, suo ds: Giro del Delfinato e subito dopo (un’ora di sonno in tutto) la Bordeaux-Parigi dietro motori, più di duemila chilometri in nove giorni. Vinse e rivinse, sotto un diluvio. E i francesi da Bordeaux a Parigi lo acclamarono e gli gridarono il loro amore. Janine lo aspettava sul traguardo, lui ebbe una lunga crisi di pianto ed era la prima volta, dopo una corsa, che qualcuno vedeva piangere Jacques Anquetil. Fu anche l’ultima.

E lo vide Janine. 

 

foto della cover vista su L’Equipe  

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