Acerbi assolto. Georgia, Polonia e Ucraina agli Europei. Sinner ai quarti di Miami: il riassunto di martedì 26

 

Sinner ai quarti del torneo di Miami

TENNIS

Jannik Sinner per il quarto anno consecutivo ai quarti di finale di Miami. Ha battuto O’Connell in due set e durante la partita ha soccorso con acqua e ghiaccio uno spettatore che si è sentito male per il caldo.

 


Le ultime tre carte per gli Europei

EUROGOL

Le hanno prese Georgia, Ucraina e Polonia, tre squadre dell’Est, due eredi dell’URSS campione nella prima edizione del ’60. Così, nell’edizione che comincia a giugno in Germania, tra le nazioni presenti nell’albo d’oro mancherà la sola Grecia, battuta ai rigori dalla storica Georgia di Kvaratskhelia, uscito per un infortunio all’inguine.




18.45

Arnaldi eliminato da Miami

TENNIS

I tre italiani agli ottavi di Miami – primato per un Masters 1000 sul cemento – sono scesi a due. Nel senso che Matteo Arnaldi è stato eliminato in apertura di giornata dal ceko Machac in due set. Qualificato per i quarti di finale anche Daniil Medvedev. 

 

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18.40

A Parigi litigano per i biglietti dei Giochi

VITE OLIMPICHE

Tutti contro tutti scrive L’Équipe, mentre Le Monde parla di tensioni. A Parigi si sono messi a litigare per i biglietti della cerimonia di apertura delle Olimpiadi. La distribuzione dei 222.000 inviti per assistere gratuitamente alla parata sulle banchine della Senna sta mandando in scena uno strano gioco di influenza tra i diversi attori del progetto

Il municipio di Parigi chiede 25.000 posti per sé oltre ai 35.000 previsti. Vuole distribuirli alle cosiddette categorie colpite dalle diverse interruzioni – commercianti e residenti. D’altra parte votano. 


18.10

Le grandi manovre intorno a Southgate

EUROGOL

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Le posizioni della critica sul conto di Gareth Southgate si stanno capovolgendo. Jonathan Liew ha spostato un pochino il Guardian tra i diffidenti e i perplessi, se non proprio all’opposizione, contestando la gestione dei cambi. È arrivata la contromossa immediata del Telegraph – in genere duro con il cittì, ma stavolta con Matt Law accondiscendente.

Scrive il Telegraph che il bilancio di Gareth Southgate contro avversarie presenti nella top-10 del ranking FIFA non è così negativo come si pensa. Le critiche sono iniziate dopo la sconfitta con il Belgio ai Mondiali 2018, ma da allora le cose sono migliorate . La percentuale di vittorie contro l’élite è pari a poco più del 30%, ma solo Francia, Spagna e Belgio ne hanno una migliore. Portogallo, Italia, Olanda e Croazia stanno messe peggio. 

Segnare contro le squadre più forti: questo è il problema più grande dell’Inghilterra secondo il Telegraph: 24 gol in 23 partite, la metà di quelli fatti dalla Francia. La Spagna ha due partite in meno e 43 gol.

Una vittoria in amichevole contro il Belgio – conclude Matt Law – non fermerebbe il dibattito infinito sulle credenziali di Southgate. Può essere fatto risalire ai Mondiali in Russia. Ma potrebbe almeno calmare parte dell’isteria negativa, che è la cosa migliore che un allenatore inglese possa sperare prima di affrontare un grande torneo”.  

ORE 20.45  |  Inghilterra-Belgio su Sky

 

AGGIORNAMENTO


17.35

Le reazioni all’assoluzione di Francesco Acerbi

PODEMI

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La Gazzetta dello sport ricordava stamattina che in passato è spesso bastata la presunzione di colpevolezza per arrivare a una stangata”. Non questa volta, non per razzismo, non con Francesco Acerbi, difensore dell’Inter assolto dall’accusa di aver offeso il suo avversario Juan Jesus, perché la discriminazione razziale non è provata. La sentenza del giudice sportivo dice nel suo passaggio finale che l’assoluzione arriva rilevato che nella fattispecie la sequenza degli avvenimenti e il contesto dei comportamenti è teoricamente compatibile anche con una diversa ricostruzione dei fatti, essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa ma rimanendo il contenuto gravemente discriminatorio confinato alle parole del soggetto offeso, senza alcun ulteriore supporto probatorio e indiziario esterno, diretto e indiretto, anche di tipo testimoniale; Ritenuto pertanto che non si raggiunge nella fattispecie il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio dell’offesa recata

La moglie di Acerbi è subito intervenuta: «Ora sciacquatevi la bocca». Lo scrittore Maurizio De Giovanni su FacebookMettete la manina davanti alla bocca. State attenti che non si veda il labiale; poi dite pure le peggiori infamie, gli insulti più vigliacchi e disgustosi. Dite quello che il vostro lurido intestino produce, quello che non avrete mai il coraggio di pronunciare. Tanto poi potrete rimangiarvelo, fingendo di essere santi, poeti e navigatori senza macchia. L’importante è che non ci siano prove. Solo una manina davanti alla boccuccia dolce. E poi potrete essere tranquillamente il nulla che sieteFabrizio Bocca su Blooog: Juan Jesus gli insulti razzisti  se li è evidentemente inventati (ma “in buon fede”…), oppure li ha sognati. Insomma Juan Jesus è pazzo!” Paolo Ziliani, giornalista del Fatto Quotidiano ha scritto con sarcasmo su X: Juan Jesus evita la squalifica: il giudice sportivo riconosce la sua “buona fede”, è l’unico ad avere capito male. Non è uno scherzo. Lo scrive Mastrandrea nella motivazione della sentenza. Marconi (Pisa), Santini (Padova) e Lerda (Pro Vercelli) sentitamente ringraziano per le 10 giornate ricevute. Dal calcio italiano è tutto: avanti tutta contro il razzismo”. 

Marco A. Munno, uno degli animatori della pagina La Giornata Tipo dice sui social: Riuscire a non avere abbastanza prove nel 2024, con microfoni e telecamere piazzati in ogni dove, comunque è fenomenale“.  Gigi Riva paradossale su DomaniPer conseguenza allora Juan Jesus sarebbe un calunniatore, Acerbi potrebbe chiedere l’autorizzazione per rivolgersi alla giustizia ordinaria e denunciarlo”. 

Dall’altra parte degli schieramenti Giovanni Casci su Rivista Contrasti: La realtà non è Twitter, Facebook e nemmeno Instagram. E i processi, grazie al cielo, non si fanno sui social network, bensì nelle aule dei tribunali. Non si basano peraltro sull’emotività, sulle opinioni e sugli opinionismi, sulle morali e sui moralismi, bensì sulle prove: sui gravi indizi di colpevolezza, non sulle presunzioni di colpevolezza. Che Acerbi sia stato assolto, allora, è una notizia necessaria per uno Stato civile, democratico, fondato ancora sul diritto e non sugli umori popolari – e populisti. Questo non significa che Acerbi sia innocente, come una legione di ignoranti (nel senso etimologico del termine) sta cercando di far credere, ma non vuol dire neppure che abbiamo fatto un passo indietro nella lotta contro il razzismo, dato un pessimo segnale al Paese e al mondo, condonato e sdoganato una discriminazione, come un’ancor più corposa legione di ancor più ignoranti (per lo più ignoranti moralisti) ha iniziato a strillare in giro per tutte le piattaforme sociali. Il giudice sportivo non è Dio, non decreta ciò che è successo o ciò che non è successo. È però il garante dei regolamenti e del codice di giustizia sportiva, e a questo si deve attenere”.

Juan Jesus ha cambiato la foto del profilo, pubblicando un pugno chiuso rivolto verso l’alto, in bianco e nero. Come John Carlos e Tommie Smith a Messico nel 1968.

Maurizio Crosetti su Repubblica scriveche più delle prove è mancato il coraggio. Cos’ha detto davvero il nerazzurro (e azzurro) a Juan Jesus? Perché poi si è scusato? Perché, nell’audizione in corso d’inchiesta, nessuno gliene avrebbe domandato il motivo? (Se non hai colpa, di cosa devi scusarti?) Perché mai Juan Jesus avrebbe dovuto inventarsi una cosa del genere? Il calcio è razzista? Com’è possibile che neppure un’immagine abbia potuto dimostrare la ragione e il torto? Parliamo di uno sport che si è consegnato totalmente alle telecamere: per fare soldi, per attirare sponsor, per stipare i calendari, per aiutare (molto in teoria) gli arbitri. In questo vortice di zoom, non un solo video per leggere la verità sulle labbra di Acerbi. Qui bisogna stabilire se, d’ora in avanti, si potrà offendere qualcuno sottovoce, oppure dare del negro a un avversario coprendosi la bocca, invece di sciacquarsela. Chissà cosa ne pensa il papà di un compagno di squadra di Acerbi. Si chiama Lilian Thuram”.

Sulla prima pagina del Corriere della sera, Massimo Gramellini torna al calcio suo vecchio amore e commentala sentenza parlando di non condanna, mettendoci accanto un grosso però. Spiega: A meno di non voler considerare Juan Jesus un mitomane (nel qual caso da condannare sarebbe stato lui), Acerbi deve avere pur detto qualcosa. Però è indubbio che, per poter emettere una sentenza di condanna, il giudice aveva bisogno di prove oggettive. Si sarebbe trattato di un precedente pericoloso, che da domani avrebbe consentito a chiunque di rovinare la carriera di un rivale seppellendolo sotto il peso di un’accusa infamante mentre la ragione dà ragione a Juan Jesus, la giustizia deve darla ad Acerbi. Più difficile, invece, dare ragione a sua moglie, che con il commento social «Adesso sciacquatevi la bocca» ha commesso lo stesso errore di quei politici che sbandierano una sentenza di non condanna come se si trattasse di un’assoluzione”.

Stefano Agresti sulla Gazzetta dello sporttrovaaltresì paradossale che, nella sentenza, si sottolinei la «buona fede» di Juan Jesus: com’è possibile che non gli si creda, se è in buona fede? Equilibrismi dialettici processuali di difficile comprensione. In questa storia non ci sono vincitori. Nemmeno Acerbi lo è, benché vicino a lui ci sia chi brinda per la sentenza: questa vicenda gli resterà addosso, nonostante ne sia uscito senza squalifica.

Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello sport-stadioconsideraSul piano del diritto, la decisione del giudice Mastrandrea è inattaccabile. Su quello morale ci sarebbe, anzi c’è, molto da dire. Per la verità un primo giudizio era già stato emesso dal giudice di campo, l’arbitro La Penna, che alla domanda rivolta a Juan Jesus – «che faccio, sospendo?» – si era sentito rispondere «ma no, tutto a posto, lui si è scusato». Il casino l’aveva fatto scoppiare nuovamente Acerbi quando, all’uscita dalla stazione di Milano, aveva negato di aver offeso il difensore del Napoli. Che ha reagito con un post di sincera indignazione. Un’ultima considerazione: se dovessero ripetersi episodi del genere con protagonista un giocatore della Nazionale, sarebbe opportuno che la federazione non prendesse posizione, come invece ha fatto in questa occasione con un comunicato senza senso, prima dello svolgimento delle indagini da parte della procura della federazione stessa. Il sospetto che nell’anno di Europei particolarmente importanti per l‘intero sistema i giocatori del giro azzurro godano di un trattamento speciale (leggi Tonali e Acerbi) rischia di albergare a lungo nella testa di brutte persone come noi”.

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AGGIORNAMENTO

La Gazzetta di giovedì 28 marzo spiega con Elisabetta Esposito come sono andate le cose davanti al procuratore Chinè, dove si sono presentati due uomini in condizioni del tutto differenti. Da una parte Francesco Acerbi con il dg Marotta e un avvocato, dopo "ore passate a studiare la migliore strategia difensiva, che ovviamente partiva dal negare ogni parola discriminatoria, ma che ha permesso al giocatore di essere pronto a rispondere ad ogni domanda di un magistrato esperto come Chinè, di certo a caccia di possibili contraddizioni nella ricostruzione. Ore in cui è stato deciso pure di non negare l’insulto (si parla del famoso «Ti faccio nero»), ma di ammetterlo in tutto il suo essere «offensivo e minaccioso», come si legge nel dispositivo del Giudice, ma non tale da poter essere considerato “condotta gravemente antisportiva”, violazione che avrebbe portato ad almeno due giornate di stop. Insomma, Acerbi era decisamente preparato".
Dall'altra parte Juan Jesus da solo. meno preparato. "Il giocatore ha voluto compiere questo percorso da solo, appoggiandosi unicamente al suo agente Roberto Calenda, senza ritenere necessaria l’assistenza di un legale del Napoli. Probabilmente era talmente convinto della sua verità, talmente certo che non avrebbero fatto alcuna fatica a credergli, da affrontare l’audizione a cuor leggero. Un’ingenuità buona, che dal punto di vista umano non può che essere apprezzata, ma quando ci sono di mezzo codici e avvocati è meglio essere molto attenti". 

La Gazzetta enfatizza un passaggio. Il momento della firma del verbale. "In questi casi - scrive Esposito - un documento simile va letto più di una volta prima di sottoscriverlo, senza lasciarsi spaventare dalla terminologia giuridica e assicurandosi che tutto, fino all’ultima virgola, corrisponda alle proprie dichiarazioni. Juan Jesus, senza un legale accanto, sarà riuscito a verificare ogni cosa di un documento tanto importante, scritto tra l’altro in una lingua che non è la sua? Di certo gli è stato chiesto se non ci fosse un compagno in grado di confermare la sua versione. Lui probabilmente non si era neanche impegnato più di tanto a cercarlo (un avvocato ci avrebbe senza dubbio lavorato) e ha candidamente detto di no. Una questione che deve aver sorpreso procuratore e Giudice, visto che nel dispositivo si legge: «Il contenuto discriminatorio, senza che per questo venga messa in discussione la buona fede del calciatore del Napoli, risulta essere stato percepito dal solo calciatore “offeso”, senza dunque il supporto di alcun riscontro probatorio esterno, che sia audio, video e finanche testimoniale». Dietro a quel “finanche” c’è anche la volontà da parte del Giudice di sottolineare che sarebbe bastato poco, anche un indizio come la parola di un compagno, per avere un esito diverso".
La Gazzetta conclude che Acerbi non è stato assolto perché mancavano le prove, ma perché mancavano addirittura gli indizi. 

Il presidente federale Gabriele Gravina ha deciso di non ricorrere contro la sentenza, come invece aveva fatto nel caso di Lukaku. 

15.00

Endrick, ti presento la Spagna

EUROGOL

  La Spagna viene da una sconfitta inattesa con la Colombia, il Brasile ha sparso stupore a Wembley con il gol del baby prodigio Endrick e poi lacrime con la lettera inviata al fratellino, pubblicata da The Players’ Tribune.

 

IL PICCOLO

Non te l’ho mai detto, ma quando stavi per nascere, aspettavi che io segnassi un gol. Stavo giocando una partita importante, avevo appena 13 anni, tu non volevi venire al mondo. Mamma e papà si chiedevano cosa stessi aspettando. All’improvviso papà ha ricevuto una telefonata dal suo amico che era con me alla partita. Ha detto: “Douglas, Endrick ha appena segnato”. E in quel momento esatto, finalmente sei uscito per festeggiare con me. Quando sono arrivato in ospedale, ti ho fatto un regalo. Non avevo soldi per un giocattolo, ti ho dato la palla del torneo. Nella nostra famiglia non siamo nati ricchi. Siamo nati nel calcio

Non vivevamo in un appartamento elegante come adesso. Non avevamo il frigorifero pieno degli yogurt che ami così tanto. Vivevamo in un posto chiamato Vila Guaíra e la nostra vita era molto diversa. Ti diranno che era tutto dolore e miseria. La verità è che ho vissuto un’infanzia meravigliosa, grazie a Dio e grazie a ciò che mamma e papà hanno sacrificato. 

 

LA MADRE

Mamma ha lasciato la sua vita a casa per sostenere il mio sogno a San Paolo. Papà è rimasto a lavorare e a mandarci i soldi, lei si è trasferita con me in una casetta insieme ad alcuni miei compagni di squadra. Tutti sotto lo stesso tetto. Ma quando andavo ad allenarmi, non aveva nessuno con cui parlare. Non avevamo la tv o Internet in casa, quindi portava la Bibbia al parco e parlava con Dio da sola. Tutto quello che aveva era una sedia. Ci metteva sopra la borsa, quando andavamo a letto, lei dormiva su un materassino steso per terra. So che è difficile per te immaginare la mamma che dorme sul pavimento, ma questa è stata la verità. 

 

IL PADRE

Anche papà si è sacrificato molto. Dopo qualche mese venne a San Paolo per sostenerci, andò al Palmeiras e chiese al club un lavoro. Entrò tra gli addetti alle pulizie dello stadio. Aveva sempre sognato di entrare in quello spogliatoio, quindi andava a lavorare col sorriso. È stato là per tre anni, prima raccogliendo la spazzatura attorno allo stadio e poi ottenendo la promozione: pulire lo spogliatoio della prima squadra. Diceva che un giorno suo figlio avrebbe giocato là. Un giorno il portiere Jailson notò che papà stava diventando sempre più magro, mangiava solo zuppa.  Mamma gli raccontò la vera storia. Papà si era bruciato la mano da bambino durante un barbecue, l’aveva persa. Gli diedero farmaci talmente forti contro l’infezione da indebolirgli i denti. Jailson allora ha raccolto i soldi in squadra e li hanno dati a papà per farsi sistemare i denti. Dio opera in modi sorprendenti. Papà diceva: Il mio sogno è mordere una mela. Oggi, grazie a Dio, può mordere qualunque cibo voglia

Questa meraviglia di ragazzo è destinato a giocare nel Real Madrid, stasera scopre il suo prossimo mondo, il Bernabéu, proprio nel momento in cui un altro brasiliano in Spagna sta versando un altro tipo di lacrime, sentendosi assediato dai razzisti.

 

LA PARTITA

Della partita ha scritto Alfredo Relaño su As raccontando del cittì De la Fuente che dopo aver rivisto la partita con la Colombia, non l’ha trovata così brutta, anzi. 

Non è strano – dice l’editorialista di As – l’occhio del padrone fa ingrassare il cavallo. Ma intanto oggi contro il Brasile giocherà un’altra squadra molto diversa, potremmo dire la migliore. Sarà di particolare interesse vedere Carvajal contro Vinicius. Sono sempre curiosi i duelli tra colleghi di lavoro nel club. Il Brasile è una squadra orgogliosa che ha incubato un’antipatia per la nostra squadra, quando con un Mondiale e due Europei abbiamo ricevuto tanti elogi, ci hanno visto come dei pretenziosi imitatori. Ai Mondiali in Brasile lo si notava dal modo in cui ci trattava il pubblico

 

ORE 21.30  |  Spagna-Brasile su Canale 20 e Sky

 

AGGIORNAMENTO


14.30

Gli spagnoli tengono il broncio a Bagnaia

RUOTE

È STATA TUA LA COLPA

L’epilogo del GP del Portogallo agli spagnoli non è andato giù. Il moto-contro-moto fra Bagnaia e Marc Marquez è tornato oggi sulle pagine di Marca, a distanza di anni dalla feroce polemica tra il mondo spagnolo delle moto e Valentino Rossi. Marca ha condotto una specie di referendum fra i piloti e ha stabilito che si è trattato – certo – di un incidente di corsa, ma Bagnaia poteva fare di più per evitarlo. 

 

LEGGI Com’è andata

 

ASCOLTA RIMBALZI         

Marc Márquez il Joker del motociclismo

 


14.10

Il dibattito sulla demenza nel calcio inglese

EUROGOL

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La tragedia della demenza e delle malattie neurodegenerative fra gli ex calciatori non verrà cancellata dal gesto di stasera in Inghilterra-Belgio, quando la nazionale di Southgate giocherà il secondo tempo senza i nomi dietro le maglie. Una campagna di sensibilizzazione costruita intorno a una simbolica perdita di identità. Non servirà, scrive il Telegraph in queste ore di vigilia, e così pensano pure le famiglie degli ex giocatori colpiti, criticando l’accordo tra la federazione e l’Alzheimer’s Society. Oltre che dar notizia della campagna, dice il giornalista Jeremy Wilson, sembra anche opportuno richiamare il contesto più ampio della tragica storia del calcio e della demenza che difficilmente troverete in uno qualsiasi dei comunicati stampa su questa partnership. Secondo una ricerca finanziata dalla federazione, gli ex calciatori professionisti hanno il 500% in più di probabilità di morire di Alzheimer rispetto al resto della popolazione”.

Da tempo in Inghilterra si battono affinché la demenza nel calcio sia riconosciuta come malattia industriale. John Stiles, figlio del campione del mondo Nobby, morto di encefalopatia traumatica cronica, da alcuni ricondotta ai ripetuti impatti della testa  col pallone, si è impegnato in un’azione legale contro la federcalcio e gli altri organi di governo di questo sport per una presunta incapacità di proteggere i loro giocatori. Della squadra campione del mondo nel 1966 è tuttora in vita il solo Geoff Hurst. 

ORE 20.45  |  Inghilterra-Belgio su Sky


13.45

Un centro e un centravanti. Gli oriundi di cui abbiamo bisogno

DISCUSSIONI

La parola è bruttarella assai. Oriundi si porta dietro dagli Anni Sessanta un complesso di colpa. È la parola dentro la quale si nascondono forsennate ricerche di avi lontani e battute di caccia per un passaporto, peggio ancora quando sono accompagnate da sconfitte. 

L’ultimo oriundo dell’Italia del calcio è Mateo Retegui, il centravanti che ha cancellato dalla mappa azzurra Immobile e Belotti, probabilmente il preferito dentro la testa di Spalletti, davanti pure a Scamacca e Raspadori. 

La pagina Calcio Datato ha notato tuttavia che Retegui entra nella partita raramente, non ti aggiunge pericolosità attraverso un’imbucata, non manda quasi mai in porta un compagno.Non va oltre il 14esimo percentile per tutte le statistiche che guardano al coinvolgimento nella manovra o alla capacità di rifinire l’azione. Eppure è uno dei candidati principali per il ruolo più ambito nella nazionale italiana. Come mai?.

 

Contro il Venezuela l’ha spiegato segnando due gol con due occasioni. Uno così in genere fa comodo. 

È alle prese con gli oriundi pure la Nazionale di basket che deve ancora provare a qualificarsi per le Olimpiadi. Qui la parola è ancora più brutta. Non ha una storia, è di fresco conio, qui si parla di passaportati. Il basket ne fa di scherzi simili con la lingua. Nel basket un club firma qualcuno, nel basket si usa il verbo contestare con il significato di contrastare, opporsi

Dopo essersi sognati i pesci a mare con Paolo Banchero, la federazione di Gianni Petrucci sta passando ai piani-B, C e D. Ne ha scritto Stefano Olivari su Guerin Sportivo domandandosi come si fa a rinunciare a uno come Donte DiVincenzo? Che ai Knicks sta vivendo uno dei momenti migliori della carriera ed è reduce da una notte in cui ne ha messi 40, sia pure contro i derelitti Pistons (senza Fontecchio, infortunato), con 11 canestri da tre punti che sono anche il record di franchigia. Insomma, la nazionale di Pozzecco già al preolimpico in Portorico potrebbe avere come straniero un giocatore NBA vero, non un comprimario, uno che fra l’altro ha sempre fatto parte di realtà vincenti, al college con Villanova e poi con i Bucks. Fra l’altro DiVincenzo fra i vari italianizzabili è quello che più di altri, almeno a parole, è caldo nei confronti della maglia azzurra. Molto più di Drew Eubanks, per dire, altro giocatore vero che risolverebbe molti dei problemi di Pozzecco con i lunghi, al di là del fatto che questa ricerca del passaportato sia eticamente censurabile ed il fatto che riguardi quasi tutte le nazionali la rende ancora più censurabile. Piccolo dettaglio: DiVincenzo il passaporto non ce l’ha ancora, stando alle sue stesse parole. Rimane un sogno, ma un sogno possibile .


11.10

Il video che sta girando molto stamattina

AMERICHE

 


8.00

Che cosa vedere oggi in tv

IL TELECOSLALOM

 

VITE OLIMPICHE

10.00  Il World Tour di badminton – in streaming su YouTube qui

TENNIS

16.00  Il torneo di Miami – su Sky

Campo Centrale: ore 17  Koepfer vs Medvedev | a seguire Azarenka vs Putintseva  | non prima delle 20.30 Alcaraz vs Musetti | non prima delle 24 Sakkari vs Rybakina | non prima dell’1.30 Zverev vs Khachanov
Grandstand: ore 16.00 Machac vs Arnaldi  |  a seguire Ruud vs  Jarry  e O’Connell vs SInner |  non prima delle 20.30 Dimitrov vs Hurkacz  |  non prima delle 24 De Minaur vs Marozsan | a seguire Hsieh vs Mertens, Kenin vs Mattek-Sands

 

PALAZZETTI E DINTORNI

19.00  Play-off Eurocup basket maschile: Bourg-Beisktas – su DAZN

20.45  Play-off Eurocup basket maschile: Paris-London – su DAZN

EUROGOL

18.15   Qualificazioni Europei Under-21, Italia-Turchia – su Rai2 

19.00  Norvegia-Slovacchia [amichevole] – su Cielo e Sky

20.45  Qualificazioni Europei, Diretta Gol: Georgia-Grecia, Ucraina-Islanda, Galles-Polonia 

20.45  Inghilterra-Belgio [amichevole] – su Sky

21.00  Egitto-Croazia [Fifa Series] – su FiFA+

21.30  Spagna-Brasile [amichevole] – su Canale 20 e Sky


7.30

Di che cosa si parla stamattina

L’EDICOLA

 

La giornata di Slalom si apre come ogni giorno con la consueta galleria di prime pagine da tutta Europa.  Ancora molto spazio alle Nazionali di calcio e alla finestra internazionale riservata ai loro impegni: c’è spazio sui giornali di Francia, Spagna e Inghilterra. In Italia tanto, tanto calciomercato 

Tutta la galleria è qui

 

 

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