La rinascita del musettismo

Il passante di rovescio lungolinea. Spesso giocato in corsa, sempre a una mano. A Lorenzo Musetti è nato un figlio una settimana fa e adesso per tutti è rinato pure il musettismo. Dicesi musettismo quella specie di devozione popolare per il suo stile di gioco fuori dal tempo, per la classicità della presa e dei colpi, per la sua natura da panda del gioco d’attacco. Tutto questo dopo i fiumi di parole spesi per la morte del rovescio a una mano. 

Alessandro Nizegorodcew, direttore di Sportface e firma del Corriere dello sport-stadio, dice su X che vengono giustamente sottolineati i meravigliosi passanti di Musetti contro Shelton, ma a me preme mettere in risalto la voglia di spingere di dritto quando al comando dello scambio. Contro Ben non puoi ovviamente fare altrimenti, ma Lorenzo ha vinto questo match prima con la testa e poi con il tennis.

 

Giorgio Spalluto, voce di Supertennis, parla di tennis paradisiaco per il 64 76 notturno, per una versione di Musetti che mancava da tanto tempo. Ora ci sono tre italiani agli ottavi di finale la prima volta a Miami e per la prima volta in un Masters 1000 sul cemento, in tutto è la quinta volta. Marco Mazzoni, anche lui di Supertennis, dice che ritrovare un Musetti di questo livello è molto più di un buongiorno, è una coccola vellutata. Prossimo passo stasera: Carlitos Alcaraz. Buon divertimento

 

 

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IL RAGAZZO CHE PULIVA LE BARCHE E MANDÒIN CRISI SINNER

È la partita che quasi tre anni fa mandò in crisi la crescita di Sinner. Sui campi di Atlanta, luglio 2021, arrivò contro O’Connell in due set la quarta sconfitta consecutiva. Rimane tuttora la striscia più lunga di sconfitte per Sinner, nelle settimane in cui veniva processata la scelta di non andare a Tokyo per le Olimpiadi. Jannik disse: «Sto lottando su tutti i punti e in tutte le partite, sia che giochi bene sia che giochi male. Non mi lamento mai, la voglia di vincere c’è sempre. La svolta arriverà, non voglio mettermi fretta». 

Anche O’Connell non si è messo fretta. Sei anni fa stava pulendo barche anziché giocare a tennis. Nel 2018 era tormentato dagli infortuni, si prese una pausa dallo sport. Aveva considerava l’idea di insegnare il gioco ai bambini, ma lo prese una specie di rigetto per racchetta e palline. Così se ne andò a vivere nella baia di Sydney dal fratello Ben, che lo invitò ad andare a pulire barche con lui. «Guadagnavo pochissimi soldi e tutti pensavano che fossi pazzo, perché avrei potuto farne di più come coach. Semplicemente non volevo più stare su un campo da tennis».

 

LA RIVINCITA DELL’ORO DI TOKYO

In quello stesso periodo Alexander Zverev e Karen Khachanov avevano ben altro umore e ben altro percorso davanti. Al torneo olimpico di Tokyo, senza pubblico in piena pandemia, si trovarono avversari per la medaglia d’oro. Novak Djokovic era incappato nella sua solita strana Olimpiade, svuotato di energie e di nazionalismo. Zverev e Khachanov sono diventati professionisti lo stesso anno, sono alti più o meno intorno ai due metri, sono grandi battitori e colpitori da fondo campo. Zverev è già stato nei quarti a Miami per due volte, Khachavov una volta pure in semifinale. 

 

LA SCONFITTA DELLA NUMERO UNO

Iga Swiatek è saltata, altro che sentirsi la nuova Steffi Graf. Ha perso in due set contro la russa Ekaterina Alexandrova, che mai aveva battuto una numero #1 al mondo. È così svanita la possibilità del cosiddetto Sunshine Double, la doppietta dopo il titolo di Indian Wells. Alexandrova affronterà l’americana Jessica Pegula, la numero #5 del ranking, per ripetere i quarti di finale fatti a Miami l’anno scorso. Racconta il magazine Tennis che Alexandrova ha messo pressione fin dall’inizio, la prima di servizio ha messo in seria difficoltà la numero uno del mondo. Swiatek ha avuto solo una palla-break in tutta la partita: annullata. Una Alexandrova ultra-aggressiva che ha messo a segno quasi il triplo dei vincenti della polacca: 31 a 11. È la prima Top-20 a battere Swiatek dallo scorso mese di settembre, qusndo ci riuscì Veronika Kudermetova a Tokyo: da allora la #1 aveva vinto le ultime 15 partite di fila contro l’élite mondiale. 

 

LA PARTITA DELLE MILIARDARIE

Cinque donne americane erano ancora in tabellone agli ottavi di finale, il picco degli ultimi 21 anni. Solo due sono avanzate ai quarti di finale: Danielle Collins e Jessica Pegula. Quest’ultima ha vinto contro Emma Navarro quella che in America hanno chiamato la partita dei molti zeri. Gli appassionati di tennis sono abituati a vedere giocare tra loro delle milionarie e dei milionari. Ma questa partita potrebbe essere stata la prima a spingersi oltre i tre zeri ha scritto Tennis. C’è che entrambe sono figlie di personcine abbastanza benestanti. Il padre di Pegula, Terry, è il proprietario dei Buffalo Bills. Il padre di Navarro, Ben, ha recentemente acquistato i tornei di Charleston e di Cincinnati.

Non è tutto ciò che hanno in comune. Pegula, 30 anni, e Navarro, 22, si distinguono per la loro personalità rilassata e la mancanza di drammaticità, nonché per il loro amore per i piercing all’orecchio. Pegula colpisce forte, pesante e piatto. Navarro è più piccola e più veloce, ha una maggiore varietà di colpi e rotazioni.

Il miglior colpo di Pegula è il rovescio lungolinea, quello di Navarro il dritto in topspin. 

 

GARCIA L’ELIMINA-GRANDI 

Coco Gauff, campionessa degli US Open e terza testa di serie, è fuori. È stata battuta in tre set dalla numero #23 Caroline Garcia. È la seconda eliminazione consecutiva di una vincitrice di Slam, per la francese. Domenica aveva battuto per 7-6 7-5 Naomi Osaka. 

 

 

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COVER  La stampa di Musetti si trova qui

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