Le prime Olimpiadi con la pista d’atletica viola

Come alla vigilia dei Giochi di Tokyo, c’è qualcuno che conosce in anticipo i segreti della pista olimpica di atletica. Sono custoditi in Italia, negli uffici e nei laboratori della Mondo, l’azienda di Alba che dal 1976 produce manti e tappeti da calpestare ai Giochi, adesso lo fanno tutte e tutti con le super scarpe per battere primati e vincere medaglie.

Tra qualche settimana sarà montata allo Stade de France, i Giochi cominciano tra poco più di quattro mesi. L’Équipe è andata a sbirciare e innanzitutto ci fa sapere che sarà di colore viola. Alain Blondel, responsabile dell’atletica alle Olimpiadi di Parigi, ha detto a Marc Ventouillac  che «i record mondiali sono pietre miliari, gli atleti arrivano ai Giochi nella migliore forma della loro vita. È importante avere una pista che tecnologicamente soddisfi i criteri più esigenti». 

 

Il giornale francese pubblica la foto dei rulli industriali da cui escono fogli di pasta viola pronti a diventare la superpista parigina, 13.000 metri quadrati in totale a un prezzo top secret, dice L’Équipe

Perchè rinunciare al tradizionale ocra? Semplicemente per cambiare. E avvicinarsi al codice colore di Parigi 2024. Tutto in collaborazione con OBS, la società di produzione televisiva del CIO, per garantire che gli atleti siano messi in risalto

 

L’Équipe spiega che il colore non faceva parte delle tavolozze di Mondo. A Tokyo la pista era di un rosso che doveva ricordare la bandiera giapponese, come spiega Andrea Marenghi, il responsabile dell’area ricerca e sviluppo di Mondo. «Siamo abituati a lavorare con le università americane – spiega – che spesso chiedono piste abbinate ai loro colori». 

LA LAVORAZIONE

La stanza nella quale si trova la macchina che ha partorito il materiale, è preparata per riprodurre e simulare le condizioni atmosferiche di quei giorni a Parigi o addirittura quello che viene chiamato “l’atleta di Berlino”, una massa che cade sul sintetico per misurare l’impatto e l’assorbimento.

Alessandro Picedi, uno dei direttori d’area di Mondo, sostiene che una buona pista di atletica «deve essere in grado di assorbire energia e restituirla agli atleti al momento giusto». Bisogna rimbalzare, ormai lo abbiamo imparato. Rispetto a Tokyo, Mondo dice di aver migliroato la la principale caratteristica innovativa, lo strato superiore della pista sviluppato con l’utilizzo di granuli particolarmente elastici. Nella parte inferiore è stata cambiata la forma geometrica delle cellule, per ripristinare meglio l’energia. 

Il materiale base con cui è realizzata la pista rimane la gomma polimerica, naturale e sintetica. Viene prima miscelato con zolfo e pigmenti di ossido di ferro. Poi i materiali per due volte passano attraverso una prima macchina, dove vengono riscaldati a 170 e 130 gradi. In un secondo edificio i due strati vengono trattati, trafilati e giustapposti per essdere sottoposti a un nuovo processo di vulcanizzazione, in una macchina lunga 30 metri. Il risultato sono questi pezzi di pista spessi 13,5 millimetri, larghi 1,22 metri e lunghi 15 metri, da avvolgere successivamente in rotoli da 300 chili. 

Per montare la pista allo Stade de France saranno necessarie dalle tre alle quattro settimane.

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