Il rebus Halep. È giusto avere una wild card dopo una squalifica per doping?

Caroline Wozniacki dice che non le pare giusto. Non è bello veder premiata una giocatrice dopo averla punita. Questo fa una wild card, di questo si tratta, un premio. Un ingresso di favore, un biglietto per saltare la fila. Ti evita di giocare le qualificazioni e ti ammette al tabellone principale. Se il biglietto lo metti tra le mani di Simona Halep, stai facendo la cosa giusta?

Simona Halep, 32 anni, rumena, 24 tornei vinti, due dello Slam  [Roland Garros 2018 e Wimbledon 2019]. Era stata squalificata a settembre 2022 dopo gli US Open per una duplice violazione del protocollo internazionale dell’antidoping. La prima: assunzione del Roxadustat, un farmaco per l’anemia inserito nella lista dei prodotti vietati. La seconda: irregolarità nel passaporto biologico, il tracciamento dei valori ematici. Era stata fermata in un primo momento per quattro anni, la squalifica è stata poi ridotta a nove mesi dal Tribunale arbitrale dello sport in mancanza di prove sull’intenzionalità. 

A Miami si sono affrettati a darle una wild card per consentirle di far punti e risalire la classifica. Su questo eccepisce Wozniacki, crede che dopo una positività al doping non sia giusto ricevere un invito. 

«Simona mi è sempre piaciuta. Abbiamo sempre avuto un buon rapporto. In passato – ha detto – sono stata molto esplicita sul doping. Non ho cambiato idea. Ho sempre desiderato uno sport pulito, giusto per tutti. Non è colpa di Simona, ma se qualcuno imbroglia di proposito, se qualcuno è risultato positivo al doping – ecco – io capisco che un torneo voglia una grande stella, ma in casi del genere non penso sia giusto assegnare una wild card. Se vuoi tornare, se ammetti il tuo errore, dovresti risalire dal basso. Così la vedo io. La situazione di Simona si trascina da molto tempo. Ha ottenuto una riduzione della sospensione. Non è un’assoluzione. È uno sconto di pena. Io vorrei solo dei buoni modelli per le giovani generazioni. Il nostro è uno sport in cui ci sono un mucchio di soldi, molta competitività, molta concorrenza. Voglio che lo scontro sia leale. Quando prendo un farmaco, controllo una, due, tre volte. Questa è la mia visione delle cose, così sto crescendo i miei figli».  

 

L’AMICIZIA TRA BADOSA E SABALENKA

Il Caso ha fatto scontare alla povera Halep tutto questo. Si è imbattuta in un discreto sorteggino al primo turno, Paula Badosa. Ha retto bene l’impatto con la sua prima partita dopo 19 mesi. Ha perso al terzo set dopo aver vinto 6-1 il primo.

 

 

Per Badosa è la prima vittoria contro una ex numero #1 al mondo tre anni dopo aver battuto Viktoria Azarenka, a Indian Wells. Al secondo turno le tocca Aryna Sabalenka, la numero #2 al mondo, sconvolta in queste ore dalla morte del suo fidanzato, l’ex giocatore di hockey Konstantin Kolstov, caduto da un balcone in un resort di Miami. Nella sede della polizia il caso viene trattato come apparente suicidio. Non risulta il coinvolgimento di altre persone.

Koltsov era andato a trovare Sabalenka in Florida, dove lei avrebbe dovuto prendere parte al torneo di Miami.

Nel 2019 Sabalenka aveva perso suo padre, 44 anni, anche lui un ex giocatore di hockey su ghiaccio. Koltsov aveva giocato nei Pittsburgh Penguins in NHL. Aveva partecipato ai Giochi di Salt Lake City del 2002 e di Vancouver del 2010. Aveva tre figli dalla moglie Julia, da cui aveva divorziato prima di avviare la relazione con la tennista.

Badosa è una delle sue più care amiche in circuito. 

 

 

PERDERE È L’UNICA COSA CHE CONTA

Per l’ex numero 22 del mondo, Shuai Zhang è arrivata la diciannovesima sconfitta consecutiva contro Daria Saville. È la striscia più lunga di sconfitte mai stabilita nell’era Open ed è un primato al contrario cominciato proprio un attimo dopo aver toccato la miglior classifica della sua carriera.

 

C’ERA UNA VOLTA VENUS

È subito uscita dal torneo Venus Williams. Ubitennis scrive che è stato quasi tutto facile per la russa Diana Shnaider: doppio 6-3 in un’ora e venti minuti. 

Nulla può Venus contro un’avversaria 25 anni più giovane, nel pieno della sua forma e in grande ascesa da diversi mesi. Ovviamente, di gran lunga favorita. Tanta difficoltà al servizio per la sette volte campione slam, mai in grado di mettere reale pressione in risposta e con poca continuità sul colpo d’inizio gioco. Da subito sotto nel punteggio con il break a freddo nel game inaugurale, Williams impiega qualche gioco a trovare le misure a rimbalzo.

Nonostante la sconfitta, Venus ha eguagliato sua sorella Serena per numero di presenze in partite WTA-1000 [176]. Al prossimo match saranno raggiunte da Sloane Stephens. 

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