La stagione più lunga. Come si sono preparati i piloti

  Logan Sargeant della Williams ha messo cinque chili. Ha usato l’inverno per riempirsi, con la certezza che dalla primavera in avanti inizierà a svuotarsi. È uscito dalla sua prima stagione in Formula 1 con un bel po’ di lezioni apprese. Numero uno: farsi trovare in forze quando comincia lo stress. Yuki Tsunoda ha fatto una cosa simile. In preparazione a Dubai con l’ex compagno di squadra Pierre Gasly ha scoperto di non entrare più in una maglietta XS, lui che il pilota più piccino del circo. Fernando Alonso invece è il più anziano, 42 anni, e adesso racconta di sentirsi più in forma che mai. Ha aggiunto al suo team personale un nutrizionista e la cosa ha cambiato il suo modo di vedere le cose, di preparare il corpo alla stagione più lunga della storia, 24 GP in 21 paesi differenti. 

The Athletic ha raccontato come sono arrivati i piloti sulla prima griglia di questa stagione esagerata. Max Verstappen si è separato da Bradley Scanes dopo quattro anni trascorsi insieme alla Red Bull e ora lavora con Rupert Manwaring, l’ex preparatore di Carlos Sainz

«Abbiamo trascorso momenti eccezionali insieme – ha detto lo spagnolo – ma abbiamo sentito che era ora di andare avanti ognuno per la propria strada. Le nostre vite stavano diventando diverse, lui viveva nel Regno Unito, io stavo più tempo in Italia e Spagna. Sono sicuro che Max si divertirà con lui».

Max l’ha contattato perché sa che «tutti si ammalano almeno una volta all’anno», figuriamoci in un anno non più lungo degli altri, ma più denso, più pieno di corse, e dunque di prove, di viaggi, di alberghi, di mani da stringere. «Bisogna ridurre i rischi al minimo. Quando vai in certi paesi, sai cosa devi fare per stare attento a non ammalarti o altro. L’importante è essere ben riposati».  

 

L’anno scorso i piloti hanno trovato estenuanti le due coppie ravvicinate di GP Azerbaigian-Miami e Las Vegas-Abu Dhabi. Ci sono stati alcuni accorgimenti apprezzati nel calendario del 2024, come spostare il Giappone in primavera per avvicinarlo a Cina e Australia, oppure abbinare l’Azerbaijan con Singapore. Ma ci sono ancora tre triplette in calendario: Spagna-Austria-Gran Bretagna, poi Stati Uniti-Messico-Brasile e cosa più preoccupante Las Vegas-Qatar-Abu Dhabi. Luke Smith su The Athletic dice che non bisogna pensare solo ai piloti, c’è tutto un mondo intorno. I team da tempo si affidano a rotazioni interne per evitare agli equipaggi di dover essere sempre e dovunque. I piloti non possono certamente saltare nessuna gara, ma sono i primi ad ammettere che volare in prima classe o con un jet privato, soggiornare nei migliori hotel, rimpicciolisce il disagio. 

Mettete qualche chilo nel vostro motore. Tanto fra tre Gran Premi li avrete persi tutti. 

 

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