Che bello avere 34 anni quando sei Toni Kroos

    Mancano tre mesi al torneo e la grande malata d’Europa è guarita. Contrordine al contrordine, compagni: possiamo parlare di nuovo di modello tedesco. Così come stamattina possiamo dire che in fondo si capiva, dai, questa Francia non è quello che voleva farci credere di essere. Ho scritto calcio sulla sabbia. La sua bellezza è che in una sera ti spinge a cambiare idea su quanto pensavi fino a poco prima. 

Non l’ avevamo vista arrivare scrive Vincent Duluc della Germania dalle colonne francesi de L’Équipe citando la femminista Lisa Levenstein, almeno non in queste proporzioni, e parla di sconfitta totale, lezione assoluta, di partita che poteva finire perfino con un punteggio più largo.

La Francia è uscita dalla partita dopo 7 secondi e non vi ha fatto più ritorno. Dobbiamo innanzitutto rendere alla Germania di Julian Nagelsmann il tributo che merita. La sua maestria tecnica e la sua intensità sono state infinitamente superiori. Ha segnato con Kai Havertz un secondo gol di grande bellezza, torna a casa con una considerazione un po’ più grande che rafforzerà il suo status di paese organizzatore del torneo.

Duluc ha scritto che si tratta di una di quelle serate che danno ragione agli assenti e il più assente fra gli assenti era Antoine Griezmann. Senza di lui, i Blues sono stati dominati per numero e talento soprattutto a centrocampo. Così dice l’analisi tattica-nerd de L’Équipe a cura di Dan Perez. 

 

GIUDIZI UNIVERSALI

Vincent Guérin ha detto – sempre a L’Équipe – che si tratta di una sconfitta troppo netta per essere vera. In genere è la formula con cui ci auto-consoliamo. L’ex centrocampista del Paris SG non ha riconosciuto la Francia, assente – dice – in tutti i fondamentali del gioco collettivo. Spera si sia trattato di un semplice incidente ma nel frattempo è rimasto impressionato dalla Germania.

I giornalisti del quotidiano sportivo sono invece rimasti molto molto impressionati. Così, nella tradizionale severità delle loro pagelle, hanno dato un bel 3 a Jules Koundé, allo juventuino Rabiot, all’interista Marcus Thuram – che si gioca un pezzo di credibilità come numero 9 titolare. Su Koundé: “Se avesse voluto dimostrare che non gli piace giocare in questo ruolo, non avrebbe potuto fare di meglio. Ma come gestire un fenomeno come Florian Wirtz? Il terzino ha faticato a capire come posizionarsi. Sostituito sotto i fischi. Su Thuram: È stato lui a giocare di più. Ed è stato senza dubbio lui a perderci di più. In un altro pezzo del giornale il dibattito su di lui rimane aperto. Su Rabiot: Era al 100% fisicamente? La domanda sorgeviene spontanea, in quanto mancava di intensità nei suoi interventi, come nel pressing. Kylian Mbappé meglio, dai. Ha preso 4, soppiantato da Wirtz-Musiala, un duo da shock.

 

 

 

Didier Deschamps ci ha consegnato una di quelle frasi che in certi frangenti paiono coraggiose e che invece sono banali. «Il primo responsabile sono io». Certo. Chi se no?  

Maxime Brigand su So Foot offre una piccola attenuante e parla di luce spenta senza Griezmann. La banda di Nagelsmann ha dato alla favorita del prossimo Europeo una lezione di intensità, di varietà di gioco, di aggressività. Come spiegarlo? Con la semplice assenza di Antoine Griezmann? Troppo semplice, ovviamente. Dal fatto che durante tutta la partita, l’unica via offensiva è stata la ricerca di Kylian Mbappé, la più rapida possibile, per aspettare che con i suoi cross cercasse qualche giocatore più a suo agio in area? Troppo riduttivo, anche se la grande leggibilità del gioco francese è stato un grosso problema, il problema centrale.

Libération parla di difesa obsoleta, in costruzione, mentre Alexis Delcambre su Le Monde ha trovato la formula esatta per mettere tutti in guardia dal ritorno della Germania: Una squadra come la Francia non si batte senza motivo.

 

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    ARTEFICI  Toni Kroos

Viene la tentazione di dare un nome a quel motivo, e il nome che fanno in Germania è Toni Kroos. È tornato in Nazionale dopo tre anni di assenza e da un momento all’altro cambia tutto” – ha scritto Oliver Fritsch su Die Zeit. Che differenza può fare un singolo giocatore. Per giunta in soli 7 secondi. Il calcio d’inizio nel calcio – racconta Die Zeit – è solitamente una questione banale. Con Toni Kroos può diventare un’arte, lo sappiamo. Sembrava volesse appoggiarlo all’indietro, ma poi si è voltato dall’altra parte e ha servito un passaggio filtrante, Florian Wirtz è stato bravo a sfruttare lo spazio che i francesi ingannati gli hanno concesso, così ha segnato il suo primo gol per la Germania

È stato un trucco, un gioco di prestigio, sintetizza la Franfurter Allgemeine Zeitung, dove si legge che la Germania è finalmente tornata a divertire. Un gol che resterà nei libri di storia secondo Stern – che bei ministri dell’istruzione devono avere in Germania. I cambiamenti radicali di Nagelsmann – dice la rivista – hanno funzionato immediatamente.  Ma poiché ogni mondo è paese, solo ieri mattina Stern si domandava se gli esperimenti di Nagelsmann non fossero una rovina. 

Anche la Suddeutsche Zeitungmerito a Julian Nagelsmann per il ripescaggio di Kroos. Con quel suo atteggiamento faccio ciò che voglio, il Ct della Nazionale ha osato e ha vinto. Un ritorno colmo di gioia, lo chiama Deutsche Welle parlando pure di rapido impatto

COVER  La stampa di Toni Kroos

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