L’Asia è arrivata anche nel golf: il Masters a Hideki Matsuyama

    Nell’anno dei Giochi in Giappone, l’Asia è venuta a prendersi anche il golf. Lo sport dove dominavano le tigri di carta, per dirla alla Mao, o la tigre di Woods. C’è una giacca verde ad Augusta per 38 americani e da ieri sera ce n’è una anche per Hideki Matsuyama, 29 anni, il primo asiatico nella storia dopo anche un canadese, otto europei, tre africani, un sudamericano, un australiano e un figiano. L’ultimo pezzo della geografia che rende definitivamente globale uno sport come pochi altri percepito per pochi. 

Matsuyami ha ereditato da suo padre la passione per il gioco da adolescente. Quando gli capitò di trovarsi in Australia nei giorni dello tsunami e dell’incidente nucleare a Fukushima. Studiava alla Tohoku Fukushi University di Sendai. Tornò a casa e la trovò distrutta. Ma la sua ascesa non è una vicenda personale. Matteo Dore sulla Gazzetta dello sport ricorda stamattina che dietro questa specie di Dio nel paese del Sol Levante. O del Golf Levante c’è una nazione con 2300 campi, più o meno il doppio che in ogni singolo stato degli Usa. In Italia non arriviamo a 300 e i praticanti arrivano alla cifra di nove milioni e mezzo. Noi – scrive Dore – ne dichiariamo meno di centomila ed è vero che la popolazione è il doppio della nostra, ma la percentuale rimane straordinaria: più o meno ogni 13 giapponesi ce n’è uno che gioca a golf.

 

Una febbre antica. Nel 1957 la Coppa del Mondo di golf arrivò in Giappone. La squadra degli Stati Uniti, composta da Sam Snead e Jimmy Demaret, era la favorita ma sbucarono a batterli chissà come e chissà perché Torakichi Nakamura e Koichi Ono. Quel semplice fatto – ricostruisce Paco Alemán sul Clarín – ha trasformato per sempre il golf in quel paese e da quel momento milioni di persone hanno iniziato a seguirlo. Non sono pochi i golfisti che lanciano palline solo nei diversi Driving Ranges, i campi pratica, senza poterne calpestare uno vero. È molto più economico fare un viaggio alle Hawaii e giocare là. Se i giapponesi sono pazzi per il golf, la loro passione per il Masters è difficile da spiegare. Il Giappone è l’unico paese che ha una licenza speciale per vendere vestiti con il logo del torneo. La televisione nazionale ha un edificio per sé nel centro televisivo internazionale all’interno del club. Hanno uno studio lì e hanno telecamere esclusive sul campo per seguire i loro giocatori. Tutto questo si traduce in pressione. Quella che ha vissuto Hideki Matsuyama è per noi impossibile da capire.

Eppure, scrive David Walsh sul Times, Matsuyama ha giocato in modo solido quando aveva bisogno di qualcosa in più. Era difficile vedere stress nel suo comportamento. Si dice che il golf giocato la domenica pomeriggio al Masters sia diverso da qualsiasi altro tipo di golf. Non è mai stato più vero di così. Matsuyama ha sempre avuto un talento meraviglioso, il mistero era perché avesse vinto così poco prima d’ora e non avesse vinto affatto dall’agosto 2017. A 22 anni aveva ottenuto la sua prima vittoria al PGA Tour al Memorial Tournament e Jack Nicklaus diceva a chiunque che sarebbe diventato uno dei grandi giocatori di questa generazione. Fino a quattro giorni fa, era un talento incompiuto”

 

Un giocatore con uno stile tutto suo, come spiega Luke Kerr-Dineen per la rivista Golf, il cui nome ha il pregio di non essere frainteso. La compri e sai cosa ci trovi dentro. Guardando lo swing di Hideki Matsuyama – si legge – è impossibile non notare che lo gioca fermandosi. Quando la preparazione del colpo raggiunge la parte superiore, lui si blocca. Un momento, ma sembra un’eternità. Sono solo circa due decimi di secondo – spiega Golf – ma poiché molti giocatori hanno una transizione quasi istantanea da backswing a downswing, la pausa pronunciata di Hideki dà l’impressione che il tempo si sia fermato. Questa pausa è la sua firma, ma la cosa interessante è che si tratta di un’invenzione relativamente nuova”.

Hideki ne ha parlato con Golf Digest nel 2018. Quattro anni prima si era accorto che le oscillazioni nei suoi colpi erano veloci e incontrollabili. Inserì questo mezzo sospiro per rallentarli e ora non si accorge nemmeno di farlo, dice.

Se rallentate il ​​filmato e lo guardate da vicino – ci sta invitando Golf – non c’è mai un punto in cui lo swing di Matsuyama si ferma davvero. Mentre il bastone è fermo nella parte superiore, la parte inferiore del corpo gira e poi preme contro il terreno, mentre si prepara a ruotare. Così anche il suo busto inizia la sua rotazione. Non c’è pausa, sta solo andando al rallentatore estremo. È unico, di sicuro, ma la pausa di Hideki è solo una transizione estrema che lo aiuta a creare la sequenza corretta nel suo swing. Questa è una delle chiavi di gioco più importanti.

 

date le prime volte dell’Asia | 1928 i primi ori olimpici con l’India nell’hockey su prato, Mikio Oda (Giappone) nel salto triplo e Yoshiyuki Tsuruta (Giappone) nei 200 rana | 1954 il primo podio ai Mondiali maschili di basket (Filippine, terzo posto) | 1956 il primo podio a un’Olimpiade invernale (il giapponese Chiharu Igaya, argento nello slalom maschile) | 1961 i primi titoli nel Motomondiale costruttori con la Honda (nella 125 con Tom Phillis e nella 250 con Mike Hailwood) | 1962 la prima vittoria in un Mondiale femminile di pallavolo (Giappone) | 1964 l’organizzazione della prima Olimpiade estiva (Tokyo) | 1966 la prima partita vinta in un Mondiale maschile di calcio (Corea Nord-Italia 1-0) | 1967 la prima finale ai Mondiali femminili di basket (Corea del sud battuta dall’URSS) | 1970 il primo podio ai Mondiali maschili di pallavolo (Giappone terzo) | 1972 l’organizzazione della prima Olimpiade invernale, a Sapporo, e il primo oro ai Giochi invernali (il giapponese Yukio Kasaya nel salto dal trampolino) | 1975 il primo pilota in Formula 1 (il giapponese Iroshi Fushida) | 1977 il primo titolo di un pilota in un Motomondiale (il giapponese Takazumi Katayama, classe 350) e il primo titolo mondiale di un ciclista su pista (Koichi Nakano nella velocità maschile) | 1986 i primi ori Mondiali nei tuffi (Gao Min nel trampolino da 3 metri femminile e Chen Lin nella piattaforma da 10 metri femminile) | 1989 la prima pattinatrice campionessa del mondo (Midori Itō) | 1990 il primo pilota sul podio in Formula 1 (Aguri Suzuki, GP Giappone) | 1991 la prima partita vinta in un Mondiale di rugby (Giappone-Zimbabwe 52-8) | 1993 il primo ciclista a vincere una tappa al Tour (l’uzbeko Adbujaparov, ex sovietico) | 2002 l’organizzazione del primo Mondiale di calcio (in Corea del sud e Giappone) e la prima Nazionale in semifinale (Corea del sud). La prima coppia di pattinatori campioni del mondo (i cinesi Shen Xue / Zhao Hongbo) | 2003 il primo ciclista sul podio al Tour (il kazako Vinokourov) | 2010 il primo pattinatore campione del mondo (Daisuke Takahashi) | 2011 il primo titolo in uno Slam di tennis (Na Li, Roland Garros femminile) e il primo titolo mondiale femminile di calcio (Giappone)

 

 

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