Corrado Orrico. Il più utopista degli Utopisti

Gli 80 di Orrico, il più utopista degli Utopisti

 

  Il Giro del suo mondo in 80 frammenti
1 È andato bene o benissimo solo in Toscana (Carrarese e Lucchese) | 2 “Ha una faccia avventurosa e ruvida”. (Gianni Mura, la Repubblica, 10 maggio 91) | 3 “In Corrado Orrico, anagrammando, si trova due volte corro e una volta dai, che è un incitamento”. (Gianni Mura, la Repubblica, 10 maggio 91) | 4 Il bisnonno era brasiliano. Il nonno era uno stagnino della bassa Campania o dell’alta Calabria. Suo padre era un disegnatore tecnico che poi aprì un negozio di scarpe | 5 A 20 anni si è rotto tibia e perone giocando da mezzala. Ha smesso a ventisei | 6 Ha studiato fino alla quarta geometra poi ha lasciato. | 7 I suoi modelli dichiarati a inizio carriera erano l’Honved del ‘56 e tutte le squadre per le quali la velocità è essenziale. | 8 «La cosa che mi dà più fastidio è sentir dire che nel calcio non si può più inventare nulla. È come dire che la Ferrari di Prost è come quella di Fangio perché ha quattro ruote». | 9 Era cintura marrone di karate. | 10 «Per certe cose non sono da serie A, mi piace stare in tuta e in tutti questi anni non ho trovato una persona che mi spiegasse, ma sul serio, a cosa serve una cravatta».

 

  11 «Non mi piacerebbe essere chiamato alle 6 da un presidente che vuole spiegazioni, non sono il cagnetto che porta il giornale in bocca». | 12 «Forse ha pagato per le sue idee politiche» (Italo Allodi) | 13 «Ho fama di turbolenze sessantottine. Ma è passato molto tempo. Oggi è del tutto inutile, il calcio e la politica italiana sono pari: fanno pena». | 14 «Tra i tanti giornali che leggo c’è ancora il Manifesto, perché qualche verità ce la trovo e perché la parte culturale è fatta molto bene, è viva, anticonformista». | 15  La telefonata di Ernesto Pellegrini che lo chiama all’Inter arrivò nella villa tra i castagni sul monte Belvedere, sopra Massa, alle ore 17 e 45. | 16 I tre aggettivi più frequenti adoperati per lui: intrattabile, scomodo, insofferente. | 17 «A Milano ho paura solo della nebbia». | 18 «La zona è più difficile del gioco a uomo: merita più attenzione e più disponibilità». | 19 «Se franerò all’Inter, franerà tutta la mia idea di calcio».  | 20 «Non saranno giorni facili né per lui, né per la squadra». (Walter Zenga, 1991)

 

21 La famosa gabbia di Orrico ad Appiano Gentile era 48 metri × 26, campo in erba artificiale, coperto. Dirà: «Mi serviva per tranciare brani della catena tattica». | 22 «Chi è Orrico?» (Lothar Matthaeus, 1991) | 23 «Lothar è un tipo molto simpatico. Sveglio, furbo, sicuro di sé. Non lo presenterei mai a mia figlia». | 24 «Non sono un orco». | 25 “È un tipo di toscano originale, che proclama con notevole faccia di tolla di voler attuare il WM inglese del Torino, da lui probabilmente mai veduto in terra”. (Gianni Brera, la Repubblica, 14 luglio 1991) | 26 «Questa del WM io l’ho sempre presentata come un’ipotesi di lavoro, un’alternativa. Ho portato l’esempio del grande Torino per farmi capire. Niente di nuovo, così gioca la Germania, il Brasile, il Parma stesso. Il resto, son discorsi da bottegai». | 27 «Prenderei tutti gli scienziati del calcio, quelli che parlano del gioco del Duemila e li terrei insieme fino al 2100, tanto qui non c’è niente da inventare (Stefano Tacconi). | 28 «Stress è una parolina magica che questo ambiente si è inventato per tamponare i vuoti». | 29 “Corrado Orrico, detto Texas, faccia smagrita, ruga profonda, sguardo pigro e intelligente, qualche rassomiglianza di vita e di fisico con Manlio Scopigno”. (Mario Sconcerti, la Repubblica, 13 agosto 1991) | 30 «Mi piace il silenzio, a Milano dove lo trovo?»

 

  31 «Mi hanno dato una vettura da Formula Uno. Se va fuori strada, mi dispiacerà molto: non tanto per me, penso di avere la pelle dura, ma per le idee che penso di rappresentare». | 32 «Con tutta la stima che ho per Sacchi, gli ha giovato venire dopo Liedholm». | 33 “I giornalisti sportivi lo accusavano di essere tracotante, borioso. Di voler impressionare Milano – lui che viene dalla provincia – con le sue idee calcistiche originali (vuoi fare l’originale? Beccati quattro gol). Tracotante, borioso, esibizionista io? rispondeva Orrico, ma quando mai? Teatro. Puro teatro. (Beniamino Placido, la Repubblica, 25 settembre 1991). | 34 «Orrico riesce a convincere solo lei, che di zona non capisce niente. Non ho mai visto un tedesco che se ne intenda». (Omar Sivori a Jurgen Klinsmann, 1991) | 35 «Se Orrico chiude, me ne vado via con lui». (Nicola Berti) | 36 «Orrico mi disse: o dimagrisci o stai fuori. Capii che mi stimava» (Nicola Berti a la Gazzetta dello sport, 20 dicembre 1991) | 37 «Quando Orrico venne da me ad Antenna Tre, mi lasciò capire di non saper nemmeno dove si trovasse quella sera Matthaeus: sicuramente era a donne oltre confine» (Gianni Brera) | 38 «Non l’ho ancora sentito. Ma ieri sera il mio telefono è stato sempre occupato, mi avrà cercato senza riuscire a parlarmi». (Il presidente Pellegrini dopo le dimissioni di Orrico dall’Inter) | 39 «Orrico come Maifredi? Non diciamo fesserie. Da domenica si torna con il libero sul dischetto del rigore e i palloni in tribuna. Al bel gioco penseremo più avanti» (Walter Zenga dopo le dimissioni di Orrico) | 40 «Orrico aveva un contratto ed era l’allenatore dell’Inter, non di una squadra di Serie C. Era un testone nel voler schierare la difesa in linea contro i nostri pareri e l’evidenza del campo» (Lothar Matthaeus dopo le dimissioni di Orrico)

 

gli Utopisti del calcio italiano
(in ordine di apparizione)
Corrado Viciani (Ternana 1972), Luis Vinicio (Napoli 1973), Enrico Catuzzi (Bari, 1981), Arrigo Sacchi (Parma, 1985), Gigi Maifredi (Ospitaletto, 1986), Giovanni Galeone (Pescara, 1986), Corrado Orrico (Lucchese, 1988), Zdenek Zeman (Foggia, 1989), Ezio Glerean (Cittadella, 1996), Maurizio Sarri (Empoli, 2013)

 

  41 «Matthaeus deve farsi volere più bene». (Beppe Bergomi) | 42 «Liedholm a settant’anni ha trovato ancora una squadra da allenare, io se restavo a Milano altri tre anni, ai settanta non ci arrivavo» | 43 «Mi sono fatto depositare dal pullman ad Appiano Gentile, dove avevo una stanza, ho caricato la mia roba e sono tornato a Volpara. Non mi importa di essere ricordato come quello che ha fallito. Solo gli stupidi non sbagliano mai» | 44 «L’allenatore è un capo, se non riesce a far funzionare la squadra, giusto che se ne vada». | 45 «A Milano sono andato a cena solo da Gianni Brera: due volte. Abbiamo parlato di calcio e bevuto grignolino fino alle tre di notte». | 46  “È più magro, beve meno, mette il gel sui capelli” (Claudia Riconda, la Repubblica, 16 luglio 1992) | 47 «Il gel? È olio d’oliva leggero. Olio toscano, che mettevo da ragazzo» (a la Gazzetta dello sport, aprile 1993) | 48 «Di me non rimane niente. Sono una persona sconfitta. Ho fallito all’Inter, ho fallito alla Lucchese. Lo dice la realtà: oggi Corrado Orrico non è un allenatore affidabile. Mi sento come se avessi preso due calci in bocca di seguito». (gennaio 1993 dopo l’esonero dalla Lucchese) | 49 Nel settembre del 1995 ha sostituito Boniek sulla panchina dell’Avellino. | 50 «Ogni lunedì il presidente Sibilia chiede ai giornalisti di mandarmi via: lo anticipo e dico che le mie dimissioni sono nelle sue mani». (23 dicembre 1995)

 

  51 «Dopo la mia esperienza all’Inter mi sono comportato in modo poco serio, ho fatto cose di cui mi vergogno. Mi sono state offerte opportunità precarie, ero accompagnato da voci, giuste, che mi screditavano» (17 febbraio 1999, all’arrivo ad Empoli) | 52 «Sacchi è un mio seguace. Non dico di essere più bravo di lui, ma di essere un suo precursore sì». | 53 Nel 2008 mise in vendita la tenuta da quattro ettari in Lunigiana. | 54 «Le offro un’altra notizia: vendo anche il frigorifero» (ai giornalisti che telefonavano per verificare) | 55 «Vivo con una pensione da operaio, circa mille e cinquecento euro al mese». | 56 «Io subisco il fascino del pensiero della penombra. Del guizzo geniale, dell’idea». | 57 «È più istruttivo rompersi la testa che andare alla Bussola a ballare». | 58 «Non mi vedrete mai a fare l’opinionista in televisione. Non è roba per me: non mi piace frugare nel lavoro dei miei colleghi». (1992) | 59 “Se vede un precipizio, si avvicina subito per sfidare il pericolo e, forse, per verificare se stesso”. (Dario Ceccarelli, l’Unità) | 60Orrico ha applicato pressing e zona anni prima di Arrigo Sacchi” (Giovanni Galeone a il Fatto, 23 giugno 2019) 
  61 «Galeone, Mazzone, Mondonico, Orrico stesso, tutta gente che mi ha insegnato molto». (Massimiliano Allegri a Sandro Veronesi, GQ, 1 ottobre 2017) | 62 «La gabbia di Orrico ce l’abbiamo ancora qui alla Pinetina. Un’arena massacrante con barriere ai lati per tenere il pallone sempre in gioco. I ragazzi tornavano sui nostri lettini distrutti» (Massimo Dellacasa, massaggiatore, a Panorama, 13 aprile 2017) | 63 «Ho seguito Orrico, Novellino, Lippi». (Massimo Rastelli, a la Gazzetta dello sport, 21 luglio 2016) | 64 «I bravi ragazzi vanno bene per le figliole, quelli con equilibrio eccessivo sono mediocri giocatori». | 65 “A Calciomercato sembrava un pozzo di intelligenza e d’ironia, qui è uno dei tanti, mai che ti sorprenda per un giudizio intemerato”. (Aldo Grasso, Corriere della sera, 23 marzo 2016) | 66 «Il mondo del calcio è un luogo pieno di opportunisti, dove ogni opinione è frutto di interesse personale o di gruppo, non esistono pensieri semplici. Hanno più volte tentato di manipolare i miei principi berlingueriani». (ad Alessandro Ferrucci, il Fatto, 16 novembre 2015) | 67 «Vivo quasi da mendicante, anche a causa di tragedie indicibili e delle quali non intendo parlare». (come sopra)  | 68 «Ho una protesi all’anca, mi hanno detto che dura circa dieci anni, quindi per non consumarla evito movimenti particolari come zappare o seminare». (come sopra). | 69 «Di Ulivieri non mi piace l’ostentazione politica: certe idee vanno custodite, non sbandierate».  (come sopra) | 70 «Non si possono togliere anche i sogni alle persone, altrimenti resta solo Gasparri».  (come sopra)

 

 71 «Con Jürgen Klinsmann discutevamo di arte, mentre con Lothar Matthäus di finanza. Ma non mi dava mai retta, andava sempre di testa sua» (come sopra) | 72 «Per favore, non descriva la mia vita in modo pietoso» (come sopra) | 73 Ha allenato 14 squadre diverse. È tornato cinque volte alla Carrarese, una volta alla Massese, due volte alle Lucchese. | 74  La sua ultima squadra è stata nel 2013 il Gavorrano, in Seconda Categoria. I calciatori si chiamavano Lanzano, Fatticioni, Della Latta, Gurma, Lo Sicco. | 75 «Sto leggendo il Manifesto quando di colpo mi trovo davanti l’avvocato Prisco che mi guarda con due occhi così. Ma lei, mi chiede, legge il Manifesto? Sì gli dico, e allora lui sgrana gli occhi di più e fa: no, guardi che l’allenatore dell’Inter non può leggere il Manifesto! Ah no? E che cosa deve fare, prendere la tessera della P2?» (a Paolo Ziliani, il Fatto, 17 aprile 2013) | 76 «I giocatori più forti che ho avuto – spiega – erano pessimi individui. Non nel senso di delinquenti, ma irascibili, scontrosi, egoisti. Uomini detestabili, ma determinanti in campo: insomma, largo a Balotelli e ai suoi fratelli. I bravi ragazzi io li lascio agli altri. Perché non incidono. Mai» (come sopra) | 77 «Molti ridono, ma tra il gioco del pallone e la geometria dei frattali – ripetizione all’infinito di uno stesso motivo su scala sempre più ridotta – esiste una stretta correlazione» (come sopra) | 78 Orrico è la più grande vittima degli equivoci su Sacchi, a lungo ritenuto un teorico dell’attacco e invece inventore di uno straordinario meccanismo difensivo. Orrico non era un altro Sacchi. | 79  «Sono con Einstein quando dice il “mio Dio è quello di Spinoza”. Un Dio che è ovunque, sostanza infinita, come infinite sono le combinazioni del mio calcio… Ma questo pochi l’hanno capito» (a Massimiliano Castellani, Avvenire, 21 novembre 2012) | 80 “Orrico è stato l’ultimo di loro. I profeti dell’appuntamento mancato si distraggono al bivio. Molto apocalittici e poco integrati, li ha macinati il meccanismo che volevano cambiare” (Vittorio Zambardino, la Repubblica, 23 gennaio 1992)
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