Clic. Il Mondiale di scacchi senza giocatori

 

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Il Mondiale di scacchi senza giocatori

 

 

Nell’ultima settimana, Magnus Carlsen è finito nei titoli per due motivi. Uno: al Chessable Masters ha consegnato la regina al suo avversario Nakamura per un tocco involontario al mouse. Rabbia, urla, pugni sul tavolo. Due: sta perdendo soldi in California a un torneo di poker, indifferente a quanto accade in Kazakistan, dove un russo e un cinese si stanno contendendo la corona di campione del mondo di scacchi da lui abbandonata. Ian Nepomniachtchi e Ding Liren stanno dando spettacolo, dice El Mundo dalla Spagna. Ieri il russo ha vinto ancora ed è tornato in in vantaggio, 2-1 e due pareggi, con altre nove partite da giocare. 

Eppure la scena è quella mostrata da El Pais nella foto. Un tavolo, due sedie, la scacchiera. E i giocatori dove sono? Niepómniashi e Ding trascorrono la maggior parte del tempo nei camerini. Entrambi preferiscono studiare al monitor la situazione, per poi tornare sul palco e fare la mossa. È come un giardino senza fiori, dice El Pais. A quale sponsor interessa un’immagine così surreale, trasmessa in diretta a milioni di appassionati? Perché preferiscono l’assenza? Possono imbrogliare?.

La federazione internazionale sta studiando delle contromisure, come ha spiegato il presidente Arkady Dvorkóvich al giornale spagnolo. Ding ha spiegato che quando va a studiare la scacchiera dallo schermo, si sente più rilassato, come nei tornei che giocava online durante la pandemia. Niepómniashi dice che pure lui lo preferisce, perché così può smangiucchiare qualcosa. Se andava bene durante il covid, domanda, perché adesso no? 

Chi maliziosamente pensa a qualche furbata, viene smentito dalla federazione. I movimenti dei giocatori sono ripresi da alcune telecamere e visionate dagli arbitri. Le accuse lanciate senza prove da Carlsen contro l’americano Hans Niemann, dopo una sconfitta nel mese di settembre a San Luis, hanno fatto crescere le misure di prevenzione contro gli imbroglioni. Niepómniashi e Ding sono obbligati ad arrivare alla sede del Mondiale con almeno dieci minuti di anticipo, devono far passare tutti i loro oggetti compresi i telefoni sotto uno scanner, inoltre gli arbitri hanno la facoltà di portare un magnete alle orecchie dei giocatori per scoprire se lì dentro sono stati nascosti auricolari minuscoli, come è successo di recente al torneo di Düsseldorf, per avere suggerimenti da complici piazzati davanti ai software di analisi. Al Mondiale in Kazakistan hanno anche installato un inibitore di frequenze: non c’è dispositivo connesso a Internet che funzioni nel raggio di centinaia di metri intorno. Gli spettatori sono divisi dal palco da un vetro opaco, in modo che loro vedano i giocatori, ma i giocatori non vedano loro. Solo che spesso stanno finendo per guardare un tavolo, una scacchiera, un orologio che scorre e due sedie vuote. 

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