Quanto è difficile allenare a Bologna

  E poi c’è Bologna. Dopo un esonero rimangiato qualche mese fa, tra Djordjevic e la Virtus la tregua poteva reggere solo in nome di un grande obiettivo da conquistare. Svanita la chance di andare a prendersi dopo tredici anni un posto in Eurolega, la separazione torna una possibilità concreta dopo i play-off. 

Da qualche giorno il Corriere di Bologna indaga su questa strana febbre cittadina che mette in discussione gli uomini che siedono sulle panchine di Bologna, Virtus e Fortitudo, dove hanno esonerato Romeo Sacchetti, hanno rimesso inizialmente in piedi la baracca con Luca Dalmonte, per poi cadere in un riflusso di malinconia con 6 sconfitte nelle ultime 8 partite, la più fresca a Cremona per 82-74. Enrico Faggiano per Bologna Basket l’ha chiamata una sconfittona che fa paura, non solo per questioni di classifica ma per l’atteggiamento della squadra. Che è naufragata nelle palle perse, spesso davvero sciocche

In uno studio pubblicato martedì, il Corriere di Bologna ha messo in evidenza che nelle ultime 20 stagioni cambiamenti ed esoneri sono saliti del 100%: da 0,9 di media all’anno a 1,8.

Del totale di 63 esoneri decisi dal 1970 al 2020 – 65 se aggiungiamo la stagione 2020-2021 – 36 sono avvenuti dal 2000 a oggi, 38 conteggiando quelli di Meo Sacchetti e Sasha Djordjevic (poi subito reintegrato)

Daniele Labanti ricorda la ricerca del New York Times di tre anni fa, secondo cui per vincere bisogna lasciar lavorare un allenatore tre anni.Nella tradizione italiana – scrive – è una strada complicata da percorrere. La tendenza è cambiare, anche vorticosamente, provando a trovare così la formula magica. Bologna ha sempre avuto la fama di città dove «si può lavorare», inteso come qualità della vita ma anche pazienza e possibilità di esprimere il proprio talento. Ma da tempo i dati dicono che non è più così. Come questo possa tradursi in risultati è davvero misterioso”

La Virtus ha cambiato 11 coach in 11 campionati. Per trovare a Bologna un tecnico con tre stagioni piene bisogna risalire a Jasmin Repesa, dal 2002 al 2006 alla Fortitudo. Per la Virtus si va ancora più indietro: Messina dal 1997 al 2002. Circa lo stesso periodo in cui Francesco Guidolin rimase almeno tre campionati pieni alla guida del Bologna. Sono oltre quindici anni

Djordjevic avrebbe potuto farcela, e invece. Resta Mihajlovic, e boh, chi lo sa. 

 

pareri Renzo Ulivieri | Lei ha detto che quando un allenatore vuole andarsene un modo lo trova sempre. Da presidente degli allenatori lo troverebbe corretto un comportamento del genere? «No, non si forza mai la mano, al massimo uno può chiedere, ma di fronte a un no della società poi deve rispettare il contratto».

Ma è giusto trattenere un allenatore solo perché è legato da una scrittura? «Ci si mette a sedere e si parla, il confronto è l’unica via di uscita».

Detto che Mihajlovic non ha mai dichiarato di volersene andare, un allenatore può anche far sapere di non sentirsela più di vivacchiare a metà classifica. «Sinisa non ha mai vivacchiato in vita sua e mai vivacchierà, troverà sempre dentro di sé gli stimoli e le motivazioni per essere il solito guerriero».

intervista di claudio beneforti, Corriere dello sport-Stadio

 

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